Il rating bancario cos è?
Il rating Advisor è una figura professionale nata negli ultimi vent’anni all’interno delle organizzazioni bancarie con l’intento, da parte di un “gestore di relazione”, di affiancare e seguire i clienti (imprese) durante il procedimento di affidamento. E’ quello che calcola e rileva il rating bancario e finanziario (patrimoniale, reddituale).
Seguire da vicino l’attività d’impresa, è fonte di numerosi vantaggi per le banche, tra i quali una misurazione più precisa del rischio e della valutazione del merito creditizio. In riferimento a quest’ultimo argomento, si vuole fare un breve cenno al “potere di override”1, ovvero al potere della banca di variare le condizioni nel caso in cui essa si accorga o venga a conoscenza di nuove informazioni (quantitative/qualitative) pregiudizievoli verso il rating assegnato all’impresa.
“Il servizio bancario di Rating Advisory, si configura come una funzione avente natura prettamente consulenziale e formativa, mirante a spiegare all’azienda affidata o potenzialmente affidabile, come origina l’attribuzione del rating e quali possono essere le strategie operative e le azioni pratiche da implementare al fine di tendere verso un miglioramento del proprio merito di credito”.
D’altro canto, sotto il punto di vista dell’imprenditore può sembrare, ma non lo è affatto, un’attività di consulenza normale quella del rating bancario, seppur svolta nella più ampia professionalità, legata a quelle che sono le necessità remunerative dell’istituto di credito .
Le piccole imprese italiane (soprattutto le ditte individuali) fin dalla loro nascita si sono affidate alla funzione del commercialista (“c.d. commercialista di fiducia”) per molteplici aspetti rilevanti nell’attività d’impresa (fiscali, amministrativi, finanziari), che è così diventato il principale punto di riferimento per coloro che stanno a capo dell’azienda.
“Sebbene la banca, come il commercialista, sia anch’essa un first mover come interlocutore dell’impresa, a differenza di esso si propone ed è percepita dall’azienda come un fornitore e non come un professionista, anche perché non sviluppa un rapporto personale di tipo fiduciario.”
Sembrerebbe, quindi, delinearsi un quadro con sostanziale assenza di spazi di inserimento per la banca come financial advisor perché ( … ) questo ruolo è già ricoperto dal commercialista che è il vero insider della proprietà dell’impresa.
Chiaramente il riferimento va ad un professionista con un’elevata specializzazione in materia finanziaria ed oggi si chiama consulenza nel rating bancario.
“Le banche regionali/locali, pur essendo limitate tecnicamente, sfruttano il rapporto approfondito che hanno con le imprese di piccole e medie dimensioni (PMI), sviluppato facendo leva sulla contiguità geografica e culturale, per valutare meglio i progetti di investimento a esse proposti (vantaggio competitivo relazionale). La naturale prosecuzione del rapporto sfocia nell’advisoring finanziario e, anche in Italia, alcuni di essi stanno già cercando di acquisire le competenze per colmare il gap tecnico, sebbene tali strutture rimangano spesso a metà strada tra la funzione crediti e la funzione finanza e manchino di una precisa connotazione all’interno delle banche stesse che ne limita fortemente la capacità operativa” .
Infatti, esiste l’esigenza di un consulente finanziario che possa colmare quelle asimmetrie informative tra banca e impresa, in grado di gestire le informazioni aziendali determinanti nell’attribuzione del merito creditizio e del rating bancario: il ruolo del Rating Advisor svolto dal professionista.
Ad esempio nel Regno Unito, non vigendo l’obbligo per le società di capitali di ricorrere ad un collegio sindacale, la maggior parte delle imprese si affida ad un consulente esterno (“auditor esterno”).
“La decisione da parte di un’impresa di rivolgersi alle prestazioni di un consulente esterno viene assunta quando essa deve affrontare un problema complesso verso il quale nutre incertezza e indisponibilità con riferimento a:
– la conoscenza del risultato ex ante;
– il tipo di operatività necessaria;
– le condizioni esogene e i tempi del problema;
– la conoscenza del risultato ex post”.
Quindi, si tratta di un lavoro svolto, in un contesto di forte incertezza aziendale, dal professionista o in team con la stretta collaborazione dell’impresa, che ha conferito il mandato.
Ora, l’attenzione non è più rivolta al rapporto banca-impresa, ma si sposta su quello impresa-professionista: “la natura della relazione impresa-consulente verrà indagata tenuto conto di questo rovesciamento dei ruoli e focalizzando l’attenzione sul peso che la considerazione del team consulenziale e la fiducia che l’impresa ripone sulla sua struttura rivestono nell’ambito della scelta del consulente e dell’attribuzione dell’incarico”.
Requisito essenziale “dell’advisoring finanziario” è la consapevolezza che, i confini della programmazione dell’attività di consulenza per le Pmi sono molto labili. In forza di quanto appena detto, anche i risultati programmati saranno caratterizzati da una certa indeterminatezza.
Il punto di snodo di questa problematica, perciò, sta nell’instaurare un buon livello di fiducia e di trasparenza tra impresa e professionista. “La concessione della fiducia da parte dell’impresa si basa sull’assunto che il consulente abbia una certa regola di comportamento (c.d. “deontologia professionale”) che non può essere definita:
– all’interno di dettagliate clausole contrattuali collegate a specifiche prestazioni;
– attraverso impegni a produrre risultati .
Prima di elencare le principali attività che interessano la funzione del Rating Advisor, si vuole fare un breve cenno ad una problematica diffusa tra le piccole imprese familiari italiane con riferimento al cambio generazionale. Spesso è una difficoltà che sta alla base della “piramide dei problemi” economico-finanziari di tali imprese.
Qui, l’obiettivo del professionista dev’essere la “ricomposizione” della struttura proprietaria delle “imprese familiari soggette alla deriva generazionale ( … ), in questo ambito il consulente interviene, sia dal punto di vista finanziario sia da quello del diritto societario, al fine di razionalizzare la struttura dei soci:
a) definendo gli ambiti dei soci finanziari da quelli dei soci anche gestori;
b) liquidando i soci non più interessati a rimanere in azienda;
c) risolvendo problemi successori e di continuità dell’impresa;
d) ottimizzando il carico fiscale che è insito in questo tipo di operazioni, anche attraverso la razionalizzazione e la definizione di nuove strutture societarie”.
Il consulente aziendale in questo processo, quindi, dovrà possedere alcuni elementi fondamentali come fiducia e rispetto da parte dell’azienda e un forte bagaglio di competenze professionali in ambito “finanziario” e “giuridico-fiscale”.
Non esistendo ancora un protocollo accertato a livello legislativo, l’attività di Rating Advisory svolta dal professionista si dovrebbe focalizzare principalmente sulle seguenti fasi d’analisi.
1) raccolta di informazioni contabili ed extra-contabili e di tutti i documenti necessari al fine di migliorare la disclosure aziendale;
2) la valutazione degli elementi che influiscono maggiormente sul rischio d’impresa, tenendo presente quanto disposto da Basilea II e in prospettiva di Basilea III (ed ora dal 2020 Basilea IV);
3) l’analisi del merito creditizio: “per merito creditizio si intende il massimo credito (accordato) per cassa, autoliquidante e per firma, che il sistema creditizio ritiene sostenibile nel tempo da una controparte (la definizione di merito creditizio non coincide con quella di rischio di credito, ma definisce solo uno dei fattori di rischio, la probabilità di default)”.
In merito a quest’ultima fase, il compito svolto dal professionista è indirizzato all’analisi quantitativa, qualitativa e andamentale dell’impresa svolta solitamente dalla banca.
Ulteriormente, va sottolineata l’importanza dei piani economico-finanziari e di un’analisi preventiva di “tutte le variabili finanziarie chiavi (key value) che condizionano il giudizio finale delle banche al fine di:
– migliorare la performance e la distribuzione temporale delle key value;
– giungere alla definizione di una struttura finanziaria ottimale;
– garantire sempre e comunque una crescita economica finanziariamente sostenibile;
– contenere il rischio d’impresa entro limiti accettabili per le banche”.
E’ quindi comprensibile perchè oggi la figura del rating advisor è una delle più richieste del mercato ossia colui che interpreta e aiuta alla verifica del rating bancario..e non solo.
.ITALIA OGGI SUL TEMA DEL RATING BANCARIO E CHI AVRA’ CREDITO E PERCHE’ (FONTE ABI)
Le Banche Italiane sono molto liquide ma concedono poco Credito alle PMI: ti spiego cosa fare.
a cura di LUCA PACINI 🌟rating advisor già A.I.F. Banca d’Italia 2007-2010
Consulenza Strategica Aziendale e Bancaria presso www.brokerassociati.it

Crescita dello 0,2% !! Evviva !! (sic) Adesso si sente parlare in tutti i modi di crescita, ma in un’economia come quella italiana che dipende molto dal credito bancario questa difficilmente potrebbe realizzarsi se il Sistema Bancario restringe la concessione del Credito…. .
Negli ultimi mesi si assiste ad uno strano paradosso.
Da un lato, la domanda di credito bancario è scesa in seguito al rallentamento dell’economia reale. Dall’altro lato, la propensione delle banche a concedere credito si è ridotta per i rischi insiti in questo tipo di attività, che assorbono dosi sempre più importanti di patrimonio in un momento in cui la capacità di autofinanziamento e di aumento del capitale delle stesse banche non consentirebbe di rispettare i vincoli imposti dalle autorità monetarie.
Le banche sono così piene di liquidità, ma la concessione dei crediti rimane contenuta. Il basso livello dei tassi di interesse imposto dalle autorità monetarie non si è del resto rivelato un buon incentivo a concedere crediti, la redditività dei quali per le banche rimane molto limitata. Paradossalmente, all’abbassarsi di tali tassi la domanda e l’offerta di credito bancario, anziché crescere come dovrebbe accadere secondo le tradizionali regole dell’ economia e della finanza, non aumentano affatto, ma anzi si riducono. E si finanziano solo i migliori ………. che magari non ne hanno bisogno !
Come fare allora?
Si deve “solo” dimostrare alla propria Banca di avere tutte le carte in regola per essere solvibile e che quindi il finanziamento che si va a chiedere non si trasformerà mai in un “credito deteriorato” che tanto spaventa le Autorità Monetarie e che frena la concessione.
Dato che essere nei migliori, in termini di rating bancario, dipende in massima parte dal valutato (e non solo dal valutatore), la buona notizia è che per essere finanziato bisogna conoscere le regole alle quali si attiene la banca.
E se non hai un direttore finanziario CFO o un consulente bancario indipendente che ti aiuta, avere credito è pari alla probabilità di vincere al casinò.
Ecco quindi 4 suggerimenti, 4 strategie da pensare e usare prima di andare dal direttore della propria Banca.
- dimostrare alla banca la solidità del business e delle idee (obbligatorio), magari con un dettagliato budget previsionale. Le Banche vogliono lavorare con aziende che hanno trasparenza e capacità di pianificazione. Si deve redigere uno schema, un business plan capace di sintetizzare sia l’idea di business che i contenuti attuali e futuri dell’attività imprenditoriale, in maniera chiara e numericamente dimostrabile. Noi possiamo fornirvelo redatto su schema Universita Cattolica Milano.
- Le vecchie garanzie patrimoniali da rilasciare e le garanzie personali avranno sempre meno peso in questo tipo di valutazioni, sostituibili (consigliato) dai Consorzi di Garanzia (es. Medio Credito Centrale, che possiamo darvi in 48 ore!)
- Capire come ragionano le banche (obbligatorio). Di fondamentale importanza è far capire agli Istituti di Credito come ed entro quando verrà restituito il finanziamento. Attenzione poi a scegliere subito una o due banche (non di più!): quando fai domanda per avere credito alla banca rimane traccia della tua richiesta in Centrale rischi. Quindi, far risultare che ci sono state 10 richieste di affidamento non soddisfatte ti metterà subito in cattiva luce. Esistono poi altre verifiche che le banche normalmente fanno e che possono condizionare da subito il giudizio circa la tua azienda: L’analisi del numero dei passaggi di proprietà che negli anni ci sono stati (da spiegare subito) e l’analisi dei soci e delle figure determinanti in azienda (attenzione a che nessuno risulti un cattivo pagatore, neanche con l’erario). Infine, programmare per tempo la richiesta di finanziamento: paradossalmente è meglio chiedere credito quando non se ne ha bisogno, piuttosto che aspettare il momento di difficoltà. E qui si torna al punto 1.
- Avere i crediti Assicurati (consigliato). Uno dei problemi che attanaglia sempre più le imprese italiane, oltre alle tasse, sono i pagamenti in ritardo o non ricevuti affatto. Non riuscire ad ottenere quanto dovuto può avere ricadute significative per il bilancio di una qualsiasi Azienda, anche in salute, esponendola alla impossibilità di corrispondere quanto dovuto, a sua volta, alle banche. E proprio queste ultime consigliano spesso alle imprese di rivolgersi alle Compagnie di assicurazione Crediti. Una soluzione ideale per l’imprenditore e per l’istituto di credito stesso che, in questo modo, riesce ad ottenere una certificazione del dato ed una garanzia certa sul bene oggi più prezioso per un’azienda: i propri clienti.
Avere informazioni aggiornate e puntuali su come i vostri vecchi e nuovi clienti gestiscono i pagamenti permette di giocare d’anticipo, così come avere la certezza che i propri crediti siano coperti permette di pianificare i flussi di cassa con serenità.
Lo studio di consulenza bancaria e tributaria specializzato in credito è in grado di fornirvi sia le informazioni sia la copertura ed inoltre si occupa, per vostro conto, dell’eventuale apertura conti e ricerca fidi, senza muovervi dal vostro ufficio.
Per una panoramica più approfondita su PMI : Finanza aziendale, Banca e Crediti ti rimando ad un altro mio articolo che ha avuto molto interesse, vedi link: https://www.brokerassociati.it/fido_sicuro_bancario.html
ma soprattutto chiama o scrivi per avere info su un fido sicuro senza rovinarti la reputazione bancaria con inutili richieste a vuoto prima ancora di iniziare.
Domande? chiama ora, scrivi o vai in chat , noi ci siamo.